La Croce Verde di Castelnovo e Vetto interviene sulla decisione inserita nella Manovra economica di raddoppiare l’Ires alle realtà del Terzo Settore
Regalo di Natale amaro per il volontariato. Così il Presidente della Croce Verde di Castelnovo Monti e Vetto, Iacopo Fiorentini, già Vicepresidente Regionale Anpas Emilia Romagna, considera i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria approvata in Senato.
“Una manovra che pone il Terzo Settore allo stesso livello di tassazione di una qualsiasi società ai fini di lucro. Per noi, come per tutto il mondo del no profit, significherebbe un elemento di forte criticità. Il volontariato è da sempre riconosciuto come un’eccellenza italiana, per numero di associazioni presenti, numero di persone di tutte le età che dedicano il loro tempo e impegno ad aiutare gli altri, e per la capacità di integrare il welfare nazionale: andare a colpirle per semplici ragionamenti di quadratura dei conti mi pare una scelta quanto meno miope”.
Fiorentini, nelle sue posizioni, si allinea ai rappresentanti di tantissime organizzazioni di Terzo Settore italiane che in queste ore stanno chiedendo di rivedere la scelta inserita dal Governo nella finanziaria, ovvero l’abolizione dello sconto Ires, con l’aliquota che in precedenza era al 12% portata al 24% per tutti gli enti non commerciali.
“Parliamo di tutte quelle realtà di assistenza e beneficenza – prosegue Fiorentini – quali enti ospedalieri, istituti di studio e istruzione senza fini di lucro, accademie, corpi scientifici, fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche. Sono compresi anche gli istituti autonomi per le case popolari e loro consorzi e gli enti con le stesse finalità sociali. L’intervento incide per 118 milioni nel 2019 e 158 milioni dal 2020, tutti a spese del terzo settore. Se si procedesse con la cancellazione delle agevolazioni fiscali agli enti non commerciali, che lo ricordiamo erano riconosciute fin dal 1953, verrebbero penalizzate fortemente tutte le attività di Terzo Settore e di assistenza sociale. Ricordo anche che molto spesso queste associazioni, come è stato fatto notare anche da responsabili nazionali di alcune importanti realtà, sopperiscono a carenze dello Stato in termini assistenziali, sociali, sanitari, di servizi rivolti alle fasce di cittadini più deboli e fragili. Andarle a colpire in questo modo è anche una scelta autolesionista. Le Anpas Regionali e quella nazionale stanno valutando come rispondere a questa decisione e anche noi, nel nostro piccolo, ci uniamo alle tante voci che si stanno levando in queste ore a difesa di una grande ricchezza del Paese, che non deve essere dispersa”.