“…sorto nel 1831 per mano dell’amministrazione congiunta austro-estense, il palazzo racchiude storia e tradizione.
Passato negli anni a diversi usi, ospiterà da oggi anche la nuova ed attrezzatissima sala conferenze , sede di riferimento della gestione delle emergenze per il territorio, il Centro Formazione e un punto di riferimento per i cittadini dell’Appennino Reggiano…”
Centro Formazione Croce Verde Castelnovo Monti “Palazzo Ducale” ha al suo interno:
Sala Conferenze da 99 Posti
Centro Operativo Comunale Protezione Civile
Sala Gestione Emergenze
Sala Multimediale con 12 postazioni PC
Sede Aido Appennino Reggiano
Ufficio Amministrativo
Ufficio Presidenza
Sala Consiglio Direttivo
La Storia del Palazzo
Le origini
Francesco IV,Duca di Modena, Reggio, Mirandola, Massa e Carrara, Arciduca d’Austria, Principe Reale d’Ungheria e Boemia…era rientrato negli antichi domini estensi il 15 luglio 1814, dopo l’intermezzo napoleonico.
Due anni dopo, fece un viaggio per conoscere direttamente i suoi Stati e i suoi sudditi, come racconta il suo biografo Cesare Galvani.
“ Dal 6 al 13 maggio, partitosi da Reggio con nobil seguito, percorse a cavallo i monti Reggiani ch’egli non aveva veduto ancora, e la provincia di Lunigiana. Io credo che a lui, versato fin da giovinetto nelle storie di questa parte d’Italia, sarà stato di gran diletto visitare le rovine di Carpineti e di Canossa, il salire in Bismantova….ma credo che ancor maggiormente lo avrà appagato nell’intimo dell’animo il prevedere qual fosse per divenire un giorno,arricchito di sontuosi edifici e di favorito commercio quel Castelnuovo che allora gli si presentava così meschino” “ Un borgo grosso e popolato, fatto di case alte, nericce ed affumicate, in cui v’è alcuna buona fabbrica, ma è superata dalle cattive.”come risulta da altre testimonianze.
Durante i suoi ripetuti viaggi sulla montagna reggiana, il Duca si rese conto dell’angosciante miseria che affliggeva la gente e che era causa di malattie, epidemie ed emigrazioni. Elaborò quindi un ambizioso progetto di rinnovamento economico che gli permise, da un lato di competere con il vicino granducato di Parma e, dall’altro, di sviluppare i rapporti commerciali con la Lombardia e la Toscana.
Castelnovo ,territorio di confine con Parma e primaria via commerciale tra la bassa Lombardia e il Golfo , poteva davvero dirsi “l’Emporio del commercio di tutta la Montagna”.Mancava solo la costruzione di un Palazzo la cui imponenza desse lustro a tutto il paese.
Nacque così il Palazzo Ducale.
Ecco come questo edificio apparve a Prospero Fantuzzi, durante il suo viaggio in Appennino del 1828.
“ Giungemmo alle due circa di notte a Castelnovo de’Monti. Ci internammo al buio tra le affumicate case del borgo, calando dal voltone o cavalcavia e prolungammo il
cammino per mezzo alli fabbricati nuovi di Bagnolo, d’avanti alla pieve ed alla celebre Bismantova, arrivando finalmente dopo un miglio e mezzo circa alla casa dei signori Tagliati sotto la pieve, presso l’osteria della Croce bianca.
All’alba del giorno dopo, balzati dal letto ,mirammo in prospetto al mezzodì la grossa Pietra illuminata dal sole, poi…. partimmo verso Castelnovo sopra la strada maestra della Lunigiana.
Prima si volle vedere la pieve,….una delle belle chiese di montagna, di buona architettura,ricca di cappelle e di altari, con un presbiterio che forma li bracci della croce.
Calati un po’ a ponente, eccoci alla piana detta di Bagnoli.
Questi passaggi dall’ORRIDO al LEGGIADRO,dallo STERILE al FERTILE ,dall’ANTICO al MODERNO, è quello di che si pasce la mia curiosità ed il mio genio delle montagne.
Ivi è la vista modernissima delle rinomate fabbriche che innalza il nostro Sovrano, per quei luoghi,veramente maestosi.
A nord il palazzo è terminato di tre tassellati e di nove finestre per ciascheduno in facciata.A pian terreno è un porticato a giorno di sette volte in prospetto. Li due lati laterali formano due sodi con entro le scale e li bassi uffici. Presenta tutto il fabbricato un parallelogrammo,lungo due terzi circa più che largo. Pare che un appartamento servir debba per alloggio del Sovrano e sua corte, gli altri per la servitù e per granai da biade.
In un angolo, nello spazio di ampia stanza,sono li farinottiad uso di Germania, che consistono in quattro vuoti che principiano al pian terreno e salgono fino al terzo piano, che s’empiono di farina di gran turco e di frumento, la quale ben calcata si mantiene a provvedimento degli anni penuriosi. Sono capaci di contenere due mila e più sacca
Altri bei fabbricati si stanno ergendo uno per parte al palazzo descritto, i quali avanzandosi formano due ali.
S’innalza pur anche,ma a spese della Comunità locale,un quarto fabbricato, dirimpetto al fabbricato Ducale, per la locanda e la posta dei cavalli,con dietro distaccata, stalla capace e rimesse.
L’architetto è il nostro signor Confetti reggiano,che è sempre soprastante ai lavori.
Al settentrione, dietro il fabbricato maggiore, resta altra piazza, in cui si farà mercato di bestiami nei lunedì e la fiera ogn’anno com’è costumanza del paese. Pensa ,si dice, il Sovrano di circondare tutto ciò con un largo giro di muraglie, concedendo a chi entro questi limiti piaccia, ivi erger case ed abitarvi. Così col tempo il recinto può diventare una borgata, cui il nostro Duca ha voluto dare il nome di CASTELNOVISSIMO.
Le feste del Duca
La popolazione di Castelnovo manifestò sempre un certo attaccamento al duca, soprattutto a Francesco IV che ricambiò questa stima con numerose opere :
-rilanciò il Comune e i suoi commerci;
– distribuì farina e granaglie, acquistati a proprie spese, ai poveri;
– istituì il Monte del grano,deposito in cui venivano conservati grossi quantitativi di farine e cereali,per far fronte ad altre carestie ;
– fece aprire un nuovo tratto stradale tra la Maestà e il Buio, per salvaguardare i commerci anche del “castello”;
– apportando notevoli varianti al percorso dell’antica via ducale, fece realizzare la nuova “ Strada Militare di Lunigiana che collegava Reggio a La Spezia e Genova;
– acquistò il nuovo edificio comunale che la comunità non riusciva a portare a termine per mancanza di fondi, lo fece completare, lo fece arredare e infine lo donò al Comune.
Per dimostrare attaccamento e fedeltà al sovrano, vennero organizzate diverse feste in suo onore.
La prima fu celebrata in occasione della fiera di San Michele nell’anno 1832.
Ecco alcuni momenti illustrati dal Podestà, conte Antonio della Palude.
“Nel giorno di sabato 29 corrente verranno accesi i fuochi sulla cima della Pietra di Bismantova, dopo l’Ave Maria della sera, per annunciare così al pubblico che il giorno successivo sarà sacro ad una festa nazionale. Nella Domenica 30 corrente verrà cantata solennemente la Santa Messa nella plebana di questo capo-luogo. Indi si canterà il Te Deum egualmente solenne, in
rendimento di grazie all’Altissimo.
Nel tempo delle sacre funzioni, la Truppa de’ Reali Cacciatori eseguirà diverse scariche a polvere.
Nel dopo pranzo, alle ore 3, avrà luogo a Bagnolo il divertimento così detto del tirare il collo all’oca. Colui a cui riuscirà afferrare l’oca pel collo, ne sarà il legittimo padrone,unitamente al premio che le autorità avviseranno conveniente di aggiungere. Dopo tale divertimento verrà inalzata nello stesso luogo una macchina aerostatica.
Alla sera saranno illuminati tutti i fabbricati e terminerà il divertimento con una generale festa da ballo in mezzo alla Piazza de’ Reali Fabbricati,a cui tutti potranno intervenire.
L a festa successiva venne organizzata nel maggio 1835,quando il duca e la famiglia reale, dovendo recarsi a Massa Carrara, pernottarono a Castelnovo, sia all’andata che al ritorno.
Relazione del conte Della Palude per il giornale “ La Voce della Verità “
La popolazione di Castelnovo “sentissi compresa da tanto gaudio, che non potendolo tenere compresso in cuore,le fu forza palesarlo con esterne dimostrazioni. Tutte le Autorità Amministrative, Giudiziarie e Militari, unitamente a diversi abitanti si portarono a Cavallo ad incontrare gli Augusti Sovrani fino ai confini di questa comunità con quella di Carpineti, per accompagnarli fra incessanti applausi,fino al Reale Palazzo di Bagnolo.
Poche ore prima di sera,nella grande Piazza in faccia al Palazzo, ebbero luogo diversi divertimenti….
La sera tutti i fabbricati tanto di Bagnolo quanto di Castelnovo furono illuminati e vennero innalzati diversi fuochi sulle cime de’ monti più alti…,e disposti simmetricamente in modo che avevano mutata la notte in giorno.”
Nove giorni dopo i Reali furono di ritorno…
“La Comunità,prevedendo che l’arrivo degli Augusti Padroni sarebbe seguito di sera,aveva ordinato che 12 uomini con
Le torce a vento si portassero a Busana e Cervarezza all’oggetto di precedere i Reali fino a Bagnolo.Aveva pure ordinato che altre 10 persone si portassero con torce di cera sulla strada tra Ca’ di Guerra e le Tavernelle per scortare le reali carrozze, parte a destra parte a sinistra,fino al luogo predetto.”
Come in precedenza tutto il paese e i monti intorno vennero illuminati e..
…sulla porta d’ingresso della Casa Comunale in Bagnolo,venne eretta una ruota a doppi raggi, avente nel mezzo l’iscrizione FRANCESCO QUARTO e contenente ben 496 lumi….
Inoltre nella Piazza Maggiore di Castelnovo venne eretta una colonna, vagamente addobbata ed illuminata, per collocarvi il busto del Reale Padrone”.
Dall’unità d’Italia ad oggi
Ma i tempi cambiano…nel 1846 muore Francesco IV e gli succede il figlio che si rivela molto più assolutista del padre.
E’ il 15 giugno 1859 e il Messaggere di Modena scrive:
“cessava la lunga e dolorosa tirannide di un proconsole austriaco, il quale senza mente e senza cuore aveva fatto per ben dieci anni ogni malgoverno di questo ottimo paese”. Due giorni dopo, il ducato di Modena e Reggio entrava a far parte del regno sabaudo.La tutela dell’0rdine pubblico e l’esecuzione dei servizi di polizia vennero affidati all’Arma dei Carabinieri,riorganizzata dopo la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861.Il palazzo ducale rimarrà sede dei nuovi tutori della legge fino al 1979.
Per parecchi anni il paese rimase com’era:case vecchie e fatiscenti, carte al posto dei vetri; strade senza selciatura,in cui veniva scaricato ogni genere di rifiuto; stalle che con i loro bei mucchi di letame vicino alle porte, servivano da servizi igienici; fontane senza controllo,in cui l’acqua ogni tanto, acquistava varie colorazioni e sapori; strade prive di illuminazione,tranne il lanternino delle osterie che si spegneva al suono della Foghina, la campana del coprifuoco notturno. Nel 1855 scoppiò il colera e numerosi regolamenti di polizia cercarono di inculcare le più elementari norme igieniche . Le mode e le novità cittadine che i collegamenti stradali portavano a Castelnovo, ma soprattutto la diffusione dell’istruzione contribuiranno a far tramontare le vecchie abitudini e a far cambiare radicalmente la qualità della vita.
In ogni capoluogo di comune, vennero aperte scuole elementari per i ragazzi e scuole serali e festive per gli adulti. Nel nostro paese si ebbe addirittura una scuola Complementare,primo gradino per passare alle Normali,dove si diventava maestri. Successivamente venne sostituita con l’avviamento commerciale e con la scuola media.Quest’ultima aveva la sua sede nell’ala ovest del Palazzo ducale.
Dal 1960 diversi corsi di scuola superiore hanno trovato ospitalità nello stesso edificio e intere generazioni hanno abitato i suoi spazi come studenti.
I meno giovani ricordano un portone stretto e scuro, un atrio buio pieno di biciclette,rampe di scale strette e sconnesse, corridoi lunghissimi e poco illuminati,uno strano ponticello in legno che collegava il ballatoio dell’ultimo piano con le aule,sul quale si scaricavano le energie giovanili prima e al termine delle lezioni.
Le aule erano ampi stanzoni luminosi; gli arredi ridotti all’essenziale:grossi banchi di legno a due posti,la cattedra appoggiata su una predella per dominare l’intera classe,una lavagna, una grande stufa a tre piani da cui emanava un calore piacevole e ristoratore, nei freddi e nevosi inverni, qualche carta geografica appesa alle pareti,un cestino per le cartacce in un angolo, una lampadina che penzolava dall’alto soffitto e…niente altro.
Negli anni successivi, grazie ad una ristrutturazione interna attuata dal Comune,la vecchia scuola ha potuto sfoggiare un look molto più moderno e funzionale alle nuove esigenze.
Tuttavia,le voci dei ragazzi di ogni tempo, sembrano echeggiare ancora tra queste mura: i bisbigli e le risate,il chiacchiericcio e le urla, i rimproveri e le lodi. Come pure le gioie e i dolori,le speranze e le delusioni, gli amori e i sogni di quella irrepetibile età della vita che si chiama giovinezza.
Ora ,alla veneranda età di quasi 200 anni, con qualche ruga e il colorito un po’ più pallido, ma sempre imponente, forte,solido,caro vecchio palazzo, ti appresti ad accogliere chi mette a disposizione degli altri,il proprio tempo e le proprie capacità.
La tua storia non è ancora finita! Grazie, sei veramente uno di noi!
Bibliografia
- ·“Castelnovomonti “,Umberto Monti (1966)
- ·“Castelnovo ne’ Monti la fiera di S. Michele. Mille anni di commercio nell’Appennino Reggiano”, Paolo Ielli e Giuseppe Giovanelli (1996)
- ·“Viaggi geografici (1828- 1835)”, Prospero Fantuzzi, ed. Antiche Porte, 1999.
- ·“Le feste del Duca” a cura degli alunni della Scuola Media Bismantova di Castelnovo ne’ Monti, ed. La Nuova Tipolito, 1998.
- ·“I carabinieri a Castelnovo ne’ Monti, (1859-1979)”, Gino Badini, Cristiana Boni, Castellarano: Associazione Nazionale Carabinieri, 2009.